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"Le vette dei pini dondolavano alla brezza della sera
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Col roco mormorio dei mari invernali,
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E gli alti fusti erano striati di lucente ambra; -
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Vagai per il bosco in folle piacere,
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Qualche uccello spaventato, con svolazzanti e agili ali,
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Fece beve di tutti i fiori; ai miei piedi,
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Come corone argentee, giacquero i pallidi narcisi,
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E uccelletti cantarono su ogni frasca attorcigliata.
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O alberi ondeggianti, o libertà della foresta!
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Nelle vostre dimore almeno l'uomo è affrancato,
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E quasi dimentica lo stanco mondo della lotta:
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Il sangue scorre più caldo, e un senso di vita
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Si ridesta nelle vene ravvivate, mentre ancora una volta
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I boschi si riempiono di dei che credevamo trucidati.
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A lungo guardai, e certo sperai di vedere
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Qualche Pan dal pié caprino fare lieti canti e musiche
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Fra i giunchi! qualche spaventata vergine driade
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In fanciullesca fuga! o in agguato nella radura,
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I morbidi arti scuri, la licenziosa faccia traditrice
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Di un dio boschivo! Diana Regina alla caccia,
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Dalle bianche membra e terribile, con espressione fiera.
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E muta di cani da cinghiale che le balzano al fianco!
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O Ila rispecchiato nella perfetta corrente."
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\r\n(traduzione di Masolino D'Amico)
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